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L’Adriatico è un mare racchiuso tra aree continentali e comunica con il resto del Mediterraneo attraverso lostretto di Otranto. Il suo bacino settentrionale è racchiuso su tre lati: Croazia ad est e Italia a nord e a ovest fino alla foce del Po. Dai suoi fondali, caratterizzati da sedimenti sabbioso-
Foto di Andrea Pianon
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Le Tegnùe, quindi, sono dei veri e propri "reef" naturali; differiscono da quelli tropicali perché i principali organismi costruttori non sono i coralli bensì le alghe rosse calcaree, chiamate "Corallinacee": Peyssonnelia, Lithothamnium e Lithophyllum. Tra gli organismi costruttori vanno annoverati anche briozoi, cnidari incrostanti, tra cui il ‘corallo’ del Mediterraneo, Cladocora caespitosa, e policheti serpulidi; la loro sovrapposizione determina la crescita delle tegnùe in lunghezza, larghezza ed altezza; accrescendosi con velocità e modalità diverse, dando origine alle forme più strane, ricche di porosità e anfratti.
In un mare con fondale caratterizzato da sedimento mobile, la presenza di questi substrati rocciosi funge da punto di ancoraggio per vari organismi "sessili", alghe incrostanti, spugne, ascidie coloniali, anemoni, policheti sedentari, coralli, e offre protezione e riparo a ricci, stelle, ofiure, paguri, astici, piccoli pesci bentonici. Tutti questi organismi rappresentano a loro volta una ricca e variegata disponibilità alimentare, che attira la fauna ittica che transita nell’Adriatico, come branzini e banchi di merluzzetti in cerca di cibo e di riparo. I pesci che popolano le tegnùe sono numerosissimi: tordi, bavose, castagnole, sacchetti, scorfani, gronghi e specie ittiche pregiate come corvine, pagelli, saraghi.
Le tegnùe nel Mediterraneo sono un ambiente unico nel suo genere e rappresentano, quindi, un patrimonio biologico di inestimabile ricchezza: struttura e morfologia, infatti, favoriscono sia un aumento della diversità nei popolamenti animali e vegetali del fondale sia un aumento di specie ittiche pregiate.